TESTIMONIANZE DI EMIGRAZIONE
Mi son nato a Badia Calavena e quando avevo quattordici mesi son emigrà in Belgio con me mama. Me papà l'era zà in Belgio. Me papà i era in oto fradei: tre maschi e sincoe done. Lui è stato il primo a nare in Belgio e dopo el s'à tirà drio tuti e tre i fradei. El laorava nei altiforni, in siderurgia.
Me mama la
gavéa na ostaria con quaranta pensionanti, magnar, dormire e la
gavéa anca el bar. La naséa in leto a le do e levar a le
sié de la matina, parché li dove che staseino noaltri i
era tuti lavoratori in miniera, tranne dove che laorava me papà,
che l'era na grossa siderurgia. Me mama la faséa trenta ovi de
lasagnete a man quasi tuti i giorni coi fegadini.
Note Informatore Tratto dal libro "La Moscarola" Editrice La Grafica di Vago di Lavagno (VR)- GBE Gianni Bussinelli editore , 2017
EMIGRANTE IN FRANCIA ascolta l'audio
Cara Rita
ti devo lasciare,
A
Mezzane alla fine dell'Ottocento la vita era dura, anche per i miei nonni
Angela e Antonio Steccanella. Un giorno però ricevettero una lettera
dall'America che, non sapendo né leggere né scrivere, si
fecero leggere da un parente di Vago di Lavagno. Emersero parole così
allettanti di un benessere tanto agognato che suonarono loro come un invito
a partire per il Brasile: là gh'era el cafè e tanto bisogno
di gente con voglia di lavorare.
Fu una decisione difficile da prendere, ma alla fine si imbarcarono. Arrivati in Brasile trovarono misere capanne e il deserto. Lavorarono dall'alba al tramonto senza conoscere né domeniche né feste. Dopo un anno, nella loro misera capanna e senza l'aiuto della levatrice, nacque il loro figlio primogenito, mio padre, che chiamarono Merico. Subito dopo, per mancanza di lavoro, la mia famiglia venne rinviata in Italia. Fu un viaggio molto lungo e sofferto, soprattutto per mio padre che aveva solo quaranta giorni. Per ben tre volte i miei nonni temettero che il loro figlio venisse gettato in mare. Mia nonna non aveva latte a sufficienza e nella nave non vi era nessuno in grado di fornirglielo. Furono giorni angosciosi, ma riuscirono infine a tornare tutti e tre in Italia. Mio padre nel 1924 si sposò con Grego Teresa e nel 1927, per l'esattezza l'8 aprile, nacqui io e, per rinnovare la tradizione, mi chiamarono America.
Note Informatore Tratto dal libro "La Moscarola" Editrice La Grafica di Vago di Lavagno (VR)- GBE Gianni Bussinelli editore , 2017
ARGENTINA
Era partito da una contrada di S.Francesco,
il padre di Pietro Paggi, ai primi del '900, destinazione Argentina. Il figlio Pietro ora può finalmente raggiungerlo, partendo con la madre e i fratelli e ha 17 anni quando si mette in viaggio. Prima, non era mai uscito dal paese.
La speranza e la voglia di rivedere il padre
fanno pari con il magone di lasciare la casa,i suoi monti, gli amici.
Il viaggio in nave dura 20 giorni, non è una nave passeggeri, magari anche un po' comoda, è un vecchio cargo e lui non aveva mai visto il mare " io conoscevo le onde, solo quelle fatte dal vento sui campi di grano, d'erba o polenta e il bagno lo avevo fatto nel canale o nel progno quando non era troppo pieno che correva. Le onde dell'oceano mare non me le aspettavo così, alte e mai ferme, anche con la schiuma in cresta e neanche quell'odore strano, come un po' da freschin. Comunque non si poteva scendere dal bastimento e fare il bagno, anche se di lavarci avevamo proprio voglia e bisogno, così che si considerava fra noi, tanta acqua par gnente".
Ci sono con lui altri 600 emigranti, da ogni parte d'Italia;la notte dormono in due locali dove stanno allineate più di 300 brandine, per andare in bagno devono salire di due piani..bisogna prendersi su per tempo ! Come il padre, anche lui in Argentina lavora da muratore, abitano in una casa che stanno costruendo e potranno starci fin che non l'abbiano finita sorride, quando dice che è andata per le lunghe!come il duomo di Milano anche se loro, come muratori, erano bravi!
Note
EMIGRANTE IN BELGIO
Mi son nato a Badia Calavena e quando avevo quattordici mesi son emigrà in Belgio con me mama. Me papà l'era zà in Belgio. Me papà i era in oto fradei: tre maschi e sincoe done. Lui è stato il primo a nare in Belgio e dopo el s'à tirà drio tuti e tre i fradei. El laorava nei altiforni, in siderurgia.
Me mama
la gavéa na ostaria con quaranta pensionanti, magnar, dormire
e la gavéa anca el bar. La naséa in leto a le do e levar
a le sié de la matina, parché li dove che staseino noaltri
i era tuti lavoratori in miniera, tranne dove che laorava me papà,
che l'era na grossa siderurgia. Me mama la faséa trenta ovi
de lasagnete a man quasi tuti i giorni coi fegadini.
Note Informatore Tratto dal libro "La Moscarola" Editrice La Grafica di Vago di Lavagno (VR)- GBE Gianni Bussinelli editore , 2017
EMIGRANTE IN FRANCIA ascolta l'audio
M'é
tocà 'nare in Francia anca a mi, parché laoro ghe
n'era poco e non gh'èra mia da magnar par tuti, solo tribular
nei campi. Un anno à fato un metro de tempesta e alora me
son stufà e son partio par la Francia. Ò intivà
nar soto un paron che 'l parlava italian meio de mi e che 'l pesava
sentoquaranta chili. Quando l'à sentio che me ciamavo Sella
el m'à domandà se conosséa un certo Marcelino
e un certo Guglielmo Sella, mi ò risposto che i era me zii,
i avéa laorà soto de lu par quindese anni. Qualunque
cosa mi faséa la naséa sempre ben, son stà
fortunà, podéa anca far gnente, tanto par dire, che
al me paron ghe naséa ben istesso. Mi faséa el muratore,
invece i me zii i avéa laorà un periodo come stagionali
drio le barbabietole e dopo i avéa fato i muratori a Bordeaux,
no i è più tornà in Italia, i s'à fato
la fameia in Francia e i è sempre restà là.
Note Informatore Tratto dal libro "La Moscarola" Editrice La Grafica di Vago di Lavagno (VR)- GBE Gianni Bussinelli editore , 2017
I PARIGINI
Se qualcuno oggi dice "parigini",
possono venire in mente i fiori gerani, ma per Graziella Bonomi che
vive a Colognola ai Colli (VR), si dipana una lunga storia, di almeno
tre generazioni
La famiglia proprietaria di quel bel giardino era nobile che vestiva abiti nuovi, alla moda e quelli un po' più vecchi li passava al giardiniere. Così, quando il nonno di Graziella tornò a Soave con un buon gruzzolo risparmiato, potè acquistare un pezzo di terra, una casa e un mulo. Il mulo era testardo come tutti i suoi simili, ma aveva un nome speciale e così capitava che il nonno Carlo, con la sua voce da tenore, lo incitasse su e giù per il paese e per i monti "PARIGI !!! PARIGI!!!" e la gente ridendo diceva " Sèntelo!!! E' rivà Parigi!" Così
, nonno Parigi e il mulo Parigi portarono insieme orgogliosamente
il loro soprannome
il nonno, con il suo temperamento ardito
e originale, sfidava la ilarità e forse anche un po' l'invidia
dei compaesani, vestendo gli abiti smessi del signore e arrivando
all'osteria
in perfetto stile parigino!
Note Informatore
SOLO PER UNA SELLA
Un altro padre era emigrato per il lavoro stagionale, sei mesi in Germania, anche lui a raccogliere le barbabietole, ce n'erano tante ed erano basse per terra e poca era la manodopera, impegnata in altri settori, a preparare la guerra.
Quando Elda lo vede tornare, finalmente, dopo mesi che erano sembrati lunghi come anni, capisce che il suo papà ha una grande amarezza in cuore tanta fatica per un guadagno che, svalutato dagli eventi bellici, consente solo di comprare la sella per la bicicletta!
Informatore
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Ultimo aggiornamento: novembre 2019
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